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“Vede per caso un ragazzo rapato a zero che tiene per mano uno molto grande, ma veramente grande, una specie di gigante, con delle scarpe enormi, e una giacca verde?

(…)

Il gigante è Diesel. Poomerang è l’altro, quello senza capelli. E’ muto.”

(tratto da City di Alessandro Baricco)

Ecco io sono Poomerang, o semplicemente poomerang. Tranne l’essere pelato, e anche l’essere muto. Ma il mio resta il regno del non detto, così come nella città Poomerang si esprime “non dicendo” interi discorsi.

Poomerang, quello del romanzo, è un capolavoro di fantasia e ringrazio il suo autore per questo (come per Oceano mare, se non l’avete letto fatelo).

Non so esattamente perchè, in fondo, io sia poomerang, ma l’idea di prendere il nome di un muto sembrava soddisfacente. Mi si addice, in qualche modo. Silenzi che parlano. Forse. O forse solo silenzi pregni.

Un mondo in testa e una mancanza di mezzi per esprimerlo. Ecco forse è tutto qua.

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