Le applicazioni GTK+ in KDE

Finiti gli esami, è tempo di tornare al blog, almeno brevemente! Ecco, ci sono già mille articoli sparsi per la rete, pur tuttavia nonostante benchè però inquantochè, ho avuto bisogno di molto tempo e qualche piccolo sforzo extra per integrare Firefox ed Emesene (che peraltro non uso) in Kde. Il primo suggerimento che avevo trovato è chiamato QtCurve, ovvero "set di stili widget" (per quel che posso interpretare: un tema) comuni ad applicazioni GTK e QT indiscriminatamente. Se non fosse che non mi piace per niente – non voglio un tema simile o comune, voglio che le applicazioni si adattino al tema che scelgo di volta in volta! Questo si dovrebbe poter ottenere con Gtk-Qt-Engine, il fratello di QGtkStyle. Per molto tempo non mi sono nemmeno accorto di avere entrambi i "sistemi" installati (QtCurve e l’engine GTK). Quando l’ho scoperto ho pensato di rimuovere QtCurve. Per poi scoprire che, invece, Firefox assumeva di nuovo l’orrenda apparenza di default ("tema non impostato", potremmo chiamarlo). Ci ho pensato un po’ su, ho riprovato le varie configurazioni nelle Impostazioni di Sistema di KDE, senza risultato. Tristemente, ho reinstallato QtCurve per riottenere il risultato amico. Ma non mi sono arreso: se un pacchetto è inutile, DEVE essere rimosso, per quanto poco fastidio possa dare! Oggi ho svelato l’arcano: esistevano nella mia $HOME tre file particolari. Uno è il famoso .gtkrc. Gli altri, sono file con struttura e nome molto simile (tra loro, ma anche a .gtkrc!): .gtkrc-2.0-kde e .gtkrc-2.0-kde4. Andando a sondare il contenuto, ho trovato che il primo di questi due richiama l’engine GTK (Gtk-Qt-Engine), mentre il secondo si riferiva al tema QtCurve. Ho allora capito: per qualche ragione, le applicazioni GTK leggevano questo secondo file e, non trovando il tema QtCurve, assumevano l’aspetto orrendo. Il problema è però piuttosto strano: significa che le Impostazioni di Sistema scrivono su un file che non è letto dalle applicazioni GTK (dato che anche riprovando e riprovando, il file scritto è sempre *kde e non *kde4)! Io ho risolto facendo di .gtkrc*kde4 un link simbolico a .gtkrc*kde. Resta da capire dov’è il bug. Ma per fortuna, almeno il problema è temporaneamente risolto!

Coming Soon: Il racconto folle di un impossibile passaggio – diretto! – da Ubuntu a Debian. Ovvero, come perdere qualche giornata utile di studio.

Kmess – Il Kaos accattivante!

La finestra principale di Kmess

Il passaggio da Gnome a KDE non poteva non essere, almeno in parte, traumatico, soprattutto se è da quando conosci linux che usi solo programmi basati sulle GTK, salvo rare eccezionali eccezioni (VLC e i soliti famosi).

Sostituire Dolphin a Nautilus, Rhythmbox e i suoi amici con Amarok e insomma i programmi più conosciuti, non è stato certamente un problema.
Diverso, il discorso, per il gestore grafico dei pacchetti: dopo aver realizzato che non poteva non esistere un apt grafico in qt, ho trovato Adept, che però mi ha fatto venire il voltastomaco. In effetti, ho scoperto, non è più sviluppato, dato che Kubuntu s’è buttata su Kpackagekit, che mi soddisfa molto, per quanto (ancora?) non all’altezza di Synaptic.

L’altro problema finora incontrato era il client di messaggistica. Affidate le mie sorti ad emesene e Pidgin per lungo tempo, fiducioso delle mie pur scarse conoscenze, mi sono buttato su Kopete.
Non sono riuscito a finire il login che avevo già deciso di non usarlo. In effetti, è stato un giudizio tanto affrettato che non saprei nemmeno darne il motivo (ricordo una vaga sensazione di orrore, tutto qua). Sta di fatto che con Kopete le mie risorse sembravano esaurite, per cui sono tornato (va detto, senza grossi rimpianti) ad emesene, ripromettendomi di trovare una soluzione per Jabber.

E’ con immensa sorpresa che oggi, quasi per caso, mi sono imbattuto in quello che è diventato il mio client MSN. Sto parlando di Kmess, il fratello per KDE di emesene.
La cosa, all’inizio, mi puzzava un po’: il fatto, per quanto poco rilevante, di non averne mai sentito parlare unito al nome ambiguo, (quel “mess” che può essere abbreviazione di “messenger” o “messages”, ma anche traduzione per disordine, caos: forse l’autore è parecchio auto-ironico?), non ispirava tranquillità. Ma la prova era d’obbligo.

Non è però stato amore a prima vista. Anzi, di primo acchito sono stato proprio respinto, con la scusa che nome utente e password non erano corretti. E fin qui, avevo torto io e ragione lui (sì, lui, Kmess). Mi ha un po’ stupito il fatto che il seguito del messaggio d’errore fosse non la finestra di login di prima, ma un crash del programma. La mia sfiducia aumentava.

Poi però ho dovuto riconoscere che è un ottimo programma. Le feature principali (di MSN) ci sono tutte: emoticon anche personalizzate, trilli, invio file, conversazioni con più persone, possibilità di organizzare le chat in tab della stessa finestra, usare la musica in ascolto come messaggio di stato, e persino, udite udite!, la scrittura a mano, così rimpianta da tutti noi amici di RMS (già, come no!?). Manca per ora del tutto il supporto audio/video, già presente per quanto claudicante in emesene, ma non m’importa granchè.

Mi ha colpito positivamente la chiara distinzione tra preferenze del programma (notifiche sonore, applicazioni predefinite, profili) e le impostazioni del singolo profilo, tra cui rientrano la scelta del tema delle emoticon e dello stile per la chat (che vanno da temi ispirati liberamente ad Adium al classico “Tizio scrive due punti “, con scelta tra testo di seguito o testo a capo ), il salvamento dei log e i tempi per essere dichiarati “Inattivi”.

La mancanza dei plug-in mi ha un po’ deluso: avrebbe concesso la chance di implementare feature minori come il controllo delle mail per gli account Gmail e altre simili. Insomma, su emesene non ne usavo molti, ma l’ho sempre ritenuto un punto di forza per estendere il programma facilmente anche per i non sviluppatori.

In ogni caso, software approvato e integrazione del desktop migliorata. Chissà che il prossimo passo non sia firefox-qt?